L’investigatore privato può operare nel licenziamento per giusta causa. Ma che cosa può fare in questo frangente? Scopriamolo nel dettaglio.
Licenziamento per giusta causa
L’investigatore privato può operare nel licenziamento per giusta causa. Negli ultimi anni, la figura dell’investigatore privato è diventata molto importante, soprattutto in ambito lavorativo.
Le numerose sentenze pronunciate dalla Corte di Cassazione hanno ritenuto legittimo, da parte dei datori di lavoro, poter incaricare le agenzie investigative per il controllo dei propri dipendenti. Questo serve per vedere se hanno una condotta scorretta nei confronti dell’azienda.
Ma cosa fa l’investigatore privato in questo ambito? Questo viene incaricato da un datore di lavoro o da un’azienda per documentare alcune gravi violazioni da parte dei dipendenti. Ciò vale per tutti quei comportamenti che possono far scaturire il cosiddetto licenziamento in tronco.
Quando le aziende hanno un sospetto di condotte non propriamente corrette da parte dei propri dipendenti, attraverso ciò che effettua l’investigatore privato è possibile raccogliere prove da poter produrre in tribunale, per il licenziamento dei dipendenti “infedeli”.
Capiamo bene che, se in passato, l’investigatore privato era etichettato come quella persona che si occupava soltanto delle classiche infedeltà coniugali, oggi possiamo tranquillamente affermare come il suo lavoro si sia modificato con il trascorrere del tempo. Oggi, infatti, si stima che la maggior parte delle indagini investigative svolte in Italia siano quelle riferite ad ambiti aziendali.
L‘investigatore privato non farà altro che riscontrare e documentare con foto, video e relazione finale, la condotta del lavoratore dipendente. In questo caso, tutto ciò che l’investigatore produce come prova potrà essere usato in giudizio per licenziare il dipendente, in modo assolutamente legale.